Alla partenza distano ancora 44 km da Santiago. La mattina scorre in modo divertente: i pellegrini aumentano e le farfalle danzano ai lati dei sentieri. Per un tratto si conversa, ci si conosce e poi si prosegue: ogni passo ha il proprio ritmo e il proprio tempo ed è giusto evitare di rallentare o accelerare sia l’incedere nostro che quello altrui. La brevità degli scambi ci consente di parlare con tanti viandanti, alcuni già incontrati, altri mai visti: due signore italiane, tre studentesse spagnole, una coppia pensionati francesi di Strasburgo, Vanessa, una ragazza tedesca già incontrata in Portogallo, due giovani della repubblica ceca, già presenti al centro sociale di Belen.
Sto proprio pensando che è da un paio di giorni che le
nostre vie non incrociano quelle di Diane e Dennis di Washington, un po` me ne
rammarico, spero che stiano bene. Alzo lo sguardo sulla piazza principale di
Padron e riconosco la testina bionda della mia amica americana, con un cappello
a forma di caciotta. La guardo e lei mi vede. Le sorrido e le faccio un cenno
con la mano. Diane si alza, ci raggiunge e mi abbraccia con la stessa intensità
con cui mi salutano mia madre e gli amici più cari. Celebreremo insieme l’arrivo
a Santiago.
Il
cammino nella sua evoluzione rende noto l'estraneo. Siccome siamo tutti
forestieri sulla stessa strada e con la stessa meta, le distanze si accorciano
e le difese si abbassano. Si incomincia così: si sorride e si dice BUON
CAMMINO.
Le
lezioni di oggi sono due:
1.
La diversità è per eccellenza la caratteristica che ci rende uguali.
2. Sorridi sempre…che aiuta. Se la luce è brutta, il riflesso
dei denti farà da contrasto 😃
Grazie
Cammino Grazie ❤️
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