sabato, marzo 05, 2022

ST.GALLEN: MANIFESTAZIONE PER LA PACE - FRIEDENSDEMONSTRATION

 


Nonostante viva in questa città da quasi 15 anni, solo oggi ho sentito di farne parte. Centinaia, forse migliaia di persone, dimostravano con me ed io con loro per qualcosa che ci univa in uno scopo superiore. Forse siamo tutti troppo piccoli e insignificanti per influire nelle stanze di quelli che, schiacciando i bottoni, barattano vite e armi come se fossero figurine. Tuttavia, di una cosa sono convinta, che l’unione faccia la forza e che quando persone diverse si raccolgono in nome di uno stesso ideale, l’energia sprigionata dai sentimenti spinga i cuori e le coscienze più in alto dei regnanti e della retorica politica.

La rappresentante della comunità ucraina ha fatto appello alla libertà dei popoli ad autodeterminarsi, a scegliere liberamente il proprio modo di vivere, senza interferenze, né conseguenze. Nel rivolgersi a Putin, lo ha pregato di interrompere la strage di civili e militari nel suo Paese. Mi ha colpito il modo: ha usato il Lei e la buona educazione, il suo tono di voce era afflitto, accorato ma anche pacato e dignitoso. Al suo breve intervento un applauso lungo e rumoroso ha comunicato affetto e solidarietà.

Nonostante la condanna della guerra sia unanime, alla fine è il pensiero perverso di un singolo o di pochi a causare la distruzione di intere società e sistemi. Questo potrebbe farci sentire impotenti e frustrare qualsiasi iniziativa. Eppure, partecipando alla dimostrazione ho percepito che, al di là dei limiti oggettivi e delle ingiustizie, l’unica alternativa è agire, anche solo uscire di casa per esprimere il proprio dissenso. “Lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore, non solo sognarlo”, dice Davide Veroli, uno dei protagonisti del film “La finestra di fronte”, scampato alle persecuzioni razziali e al rastrellamento nel ghetto di Roma.


Tutti possiamo operare in tal senso, basta girarsi e oltrepassare barriere geografiche o mentali: non solo rendersi conto della sofferenza altrui ma interessarsene e magari farsene un po' carico.

“The only impossible journey is the one you never begin” (Paul Polman): Mai arrendersi all’immobilità, all’irreversibilità dei disastri, mai farsene una ragione. Abbiamo tutti la responsabilità di lavorare nel nostro piccolo al raggiungimento della pace e del bene comune. Lo si può perseguire in ogni ambito della nostra esistenza: dal modo di parcheggiare a quello di separare i rifiuti, di trattare umani e natura, tenendo sempre presente che si è parte di un progetto più grande. Io non so se si possa sconfiggere il male, ma so che la sua esistenza mi sfida a correggermi e, se possibile, a cambiare in meglio.


 


 






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