domenica, marzo 02, 2025

CORNICI, SPECCHI E MASCHERE di R. Perrotta

CORNICI, SPECCHI E MASCHERE

Sintesi

"Cornici, specchi e maschere" esplora come gli esseri umani costruiscano e interpretino la realtà in modo autoreferenziale. L'autrice affida allo scambio di ruolo (role taking), il compito virtuoso di far sì che l'individuo assuma il punto di vista altrui, nello stesso tempo analizza come invece gli stereotipi e l'uso distorto del linguaggio possano definire l'altro e se stessi in modo limitante. Ogni persona filtra ciò che la circonda attraverso 'cornici' mentali e culturali, si specchia negli altri, indossa maschere per esibirsi sul palcoscenico della vita. Il libro invita a prendere consapevolezza di questi meccanismi al fine sviluppare una visione più flessibile e autentica di sé e del mondo.

Commento

Un libro che non si limita a farsi leggere, ma che ci spinge a guardarci dentro.

In sostanza, ciascuno di noi è un mondo a sé: tutto ciò che facciamo nasce da un’elaborazione interiore, intima e soggettiva. Ogni giorno interpretiamo e definiamo le azioni degli altri alla nostra maniera: una persona che corre può essere descritta come un signore in ritardo o un ladro che scappa. Questo perché il nostro cervello non si accontenta di osservare le cose per come sono, ha un continuo bisogno di interpretare e di classificare, filtrandole attraverso esperienze, emozioni e contesto culturale. Se siamo noi a costruire il significato delle azioni, possiamo anche imparare a cambiarlo: allenarci a sospendere il giudizio, osservare i fatti da più prospettive e provare a riscrivere le narrazioni che ci limitano.

Questa lettura mi ha fatto riflettere su quanto spesso interpretiamo gli altri esseri umani senza nemmeno accorgercene, incasellandoli in categorie preconfezionate.

Nelle interazioni sociali ci affidiamo alle opinioni che immaginiamo gli altri abbiano su di noi, preoccupandoci più di ciò che pensiamo che loro pensino, piuttosto che di quello che realmente pensano.

“Ciò che provoca il nostro orgoglio o la nostra vergogna non è il mero riflesso di noi stessi, ma il sentimento attribuito all’altro.”

Secondo il sociologo Goffman la vita sociale è una sorta di teatro.

 "Noi tutti recitiamo, cercando di controllare e dirigere l’impressione che gli altri si fanno di noi."

Interpreti della vita, indossiamo delle maschere. La nostra immagine pubblica deve apparire coerente e convincente, mentre il lavoro sporco (tutti gli sforzi nascosti per costruire il nostro profilo pubblico) rimane dietro le quinte. Eppure, dal mio punto di vista, la maschera non è solo un travestimento: nella sua accezione migliore, rappresenta la sfida a diventare la nostra versione più bella.

Se la maschera che indossiamo non ci rispecchia, è un segnale che qualcosa va modificato. Il vero punto di svolta è quando il cambiamento personale incontra l’autenticità.

“Se, per esempio, indossiamo la maschera della persona benevola e gli altri se ne approfittano, dobbiamo cambiarla e indossarne una più assertiva. [...] Di fatto, se la maschera non ci protegge più, possiamo modificarla, adattandola alla nostra evoluzione interiore."​

E tu? Ti è mai capitato di sentirti imprigionato in una "maschera" che non ti rappresentava più? 

Leggere questo libro è stato come attraversare un labirinto di specchi: ogni riflesso rimandava un’immagine diversa di me e delle mie convinzioni.

« Ich schämte mich, als ich bemerkte, dass das Leben ein Maskenball ist, und ich mit meinem wahren Gesicht teilgenommen habe» 😌

«Mi sono vergognato di me stesso quando ho capito che la vita è una festa in maschera ed io vi ho partecipato con la mia vera faccia»

 F.Kafka


 

 

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