SINTESI
Dopo la morte del padre, Elinor e Marianne
Dashwood sono costrette a lasciare la lussuosa casa paterna, insieme alla madre
e alla sorellina Margaret. La normativa sull'eredità prevede infatti che le
proprietà della famiglia vadano al fratellastro primogenito, John Dashwood. Le due sorelle
sono tanto diverse quanto affiatate: Elinor, razionale e controllata, e
Marianne, passionale e impulsiva, incarnano perfettamente il contrasto espresso
nel titolo del romanzo. Il lettore esplora con loro il delicato equilibrio tra
emozione e intelletto nelle scelte di vita e d’amore.
LA SOCIETÀ, DEUS EX MACCHINA DEL ROMANZO
Tutta la vicenda ha luogo a causa della legge sulla
successione in vigore all’epoca della narrazione: l’entail (o fee
tail). Questa disposizione stabiliva che una proprietà potesse essere ereditata
solo secondo una specifica linea di discendenza maschile. Se una famiglia non
aveva figli maschi, il patrimonio veniva trasmesso a
qualche lontano parente di sesso maschile, certamente non alle figlie.
Pertanto, le giovani del tempo raggiungevano una stabilità economica soltanto
sposandosi. Questa legislazione ebbe un grande impatto all’epoca di Jane Austen
e rimase in vigore fino al 1833 (sedici anni dopo la morte della scrittrice).
Di conseguenza, il contesto storico non è
solo scenario ma protagonista di grande spessore. La disuguaglianza
è il motore invisibile della vicenda. La vedova Dashwood è costretta
ad abbandonare l’aristocratica residenza del defunto consorte, per trasferirsi
con le figlie in un villino di campagna. Il destino delle protagoniste dipende
dai soldi, dall’opportunità di fare un buon matrimonio e dalla capacità di
adattarsi ai rigidi ruoli imposti dalla società.
L'ELEGANZA SOVVERSIVA DI JANE AUSTEN
Lo stile della narrazione affascina per
diverse ragioni. Anche la conversazione apparentemente più banale non è mai
fine a se stessa: l’autrice indaga ogni più piccolo dettaglio dell’animo
umano. Rivela magnificamente chi sono i personaggi, generosa con i virtuosi
e severa con i mascalzoni, ne descrive le caratteristiche morali
e psicologiche con una prosa che avvince. Alcune figure,
particolarmente irritanti o grottesche, sono messe a nudo anche
nei toni, nelle movenze, nella scelta delle parole. Ne è un esempio il passo
che segue, riferito a Lucy, dall’indole manipolatrice e opportunista.
“Mentre diceva questo abbassò gli occhi,
amabilmente confusa, limitandosi a lanciare un’occhiata di sbieco alla sua
compagna, per valutare l’effetto delle sue parole”.
Grazie a una scrittura ironica e sferzante, Jane Austen denuncia il periodo storico in cui vive. Le sue opere, ancora oggi, ci indignano e ci fanno riflettere! Le donne al centro dei suoi romanzi, nel bene e nel male, ci raccontano un mondo sottomesso dalle leggi, ma mai nell’animo. Le sue eroine incedono a testa alta!
ELEANOR, SENSIBILITÀ E RISERVATEZZA
Muovendosi in base ai precetti del sistema sociale, la maggior parte degli interpreti indossa maschere che li rendano pubblicamente degni. L’unica che non si cura del giudizio altrui è Marianne, istintiva e impetuosa: a prescindere dalle conseguenze, segue il cuore perché questa è la sua natura. A tale spontaneità si contrappone la mitezza di Eleanor. Benché anche lei nutra dei sentimenti profondi e sia dotata di un'altissima sensibilità, preferisce affidarsi alla ragione e all'autocontrollo.
"Il dolore che provava era grande, ma
non riusciva a esprimerlo. Non parlò mai di ciò che sentiva, e cercò di
allontanare dal suo cuore la tristezza che provava, convinta che il soffrire in
silenzio fosse il modo migliore per sopportare la sofferenza."
A prezzo di un
silenzio pesante e doloroso, mantiene la parola data e si astiene
dai giudizi. Pur percependo la menzogna, si concede il beneficio
del dubbio e si protegge prendendo le distanze da coloro di cui non si fida. Il
bello di questa figura è che, nonostante sembri poco accessibile, se ne coglie
invece la grandezza d’animo. La sua emotività è ricca ma nascosta.
Gli individui più discreti e miti convincono
senza la necessità di pestare i piedi per attirare l’attenzione. Eleanor non ha bisogno di infrangere
regole o di alzare la voce per esprimere la propria forza. Con un sorriso ironico
e poche parole ben calibrate affronta gli ipocriti, gli opportunisti e i
manipolatori senza mai scendere al loro livello.
"È una cosa che non mi è mai piaciuta,
l’essere in grado di vedere i difetti degli altri senza poter fare nulla per
correggerli."
Leggere i libri di questa straordinaria scrittrice, a 250 anni dalla nascita, è un meraviglioso esercizio di analisi. Tutto cambia, evolve, si trasforma; la tecnologia ci spinge sempre più lontano, eppure, incuranti del frenetico scorrere del tempo, alcuni temi tornano e continuamente si ripropongono.
«Avere coraggio significa per una donna, pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee»
Dacia Maraini
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