mercoledì, ottobre 22, 2025

MANSFIELD PARK di Jane Austen

 Care lettrici e cari lettori, sotto al post in italiano troverete anche una traduzione in tedesco.

Liebe Leserinnen und Leser, unter dem italienischen Post finden Sie auch eine deutsche Übersetzung.




Trama

Fanny Price, nata in una famiglia povera, viene accolta nella ricca dimora dei suoi zii, a Mansfield Park. Cresce timida e riconoscente, spesso messa in ombra dai cugini, ma dotata di profonda sensibilità e integrità morale.
Quando arrivano gli affascinanti fratelli Crawford, il loro fascino sconvolge gli equilibri familiari e sentimentali.

 

Commento

 

Jane Austen non delude mai.

 

Benché, sulle prime, Mansfield Park mi sembrasse troppo affollato da personaggi difficili da ricordare e la protagonista, Fanny Price, si presentasse come l’esatto opposto della mia amata Elizabeth Bennet (Orgoglio e Pregiudizio), la lettura, di pagina in pagina, mi ha conquistato.

 

Della Austen già conosciamo l’arte di distruggere con pochi versi i suoi bassi …naturalmente bassi nell’animo, non nella statura.

 

“La vostra gentilezza e pazienza non si dimenticano, la vostra instancabile pazienza nel cercare di rendergli possibile imparare la sua parte – nel cercare di offrirgli un cervello che la natura gli aveva negato, di costruire per lui una capacità di comprendere attraverso la superiorità del vostro intelletto!”


Io, che quando mi arrabbio i miei interlocutori li vorrei scuotere, che gli aprirei la testa per confermarne il vuoto… ebbene, io mi inchino dinnanzi alla classe di questa scrittrice. Lei denuncia la pochezza dei meschini e, quasi con indulgenza, ci mostra come costoro siano semplicemente ciò che sono; ci insegna che, in fondo, le anime basse non crescono, non evolvono, né si affrancano mai dalla peggiore versione di se stessi.

 

“Gli affronti della stupidità e le delusioni della passione cieca possono suscitare scarsa pietà. La punizione che lo colpì nasceva dalla sua stessa condotta.”

 

Della Austen già conosciamo il giudizio sull’epoca in cui vive: un tempo che, oltre a disattendere la crescita intellettuale del genere femminile, relega la donna al ruolo di ancella o figura ornamentale accanto a un maschio benestante. Ed è attraverso il personaggio di Lady Bertram che questa critica si esplicita in maniera sublime:

 

“All’educazione delle figlie, Lady Bertram non prestava la minima attenzione. Non aveva tempo per occupazioni del genere. Era una donna che passava le sue giornate sedendo ben vestita su un divano, intenta in lunghi lavori d’ago, di scarso uso e di nessuna bellezza, pensando più al suo cane che ai suoi figli…”

 

Lady Bertram è un personaggio di cui non ci si cura: il lettore la vede ma non la sente. Forse, in quanto prodotto del proprio tempo, riceve in cambio la stessa indifferenza di cui il suo tempo la fa oggetto.

 

In questo romanzo, più che negli altri, mi colpisce l’attitudine a scavare nella psicologia dei personaggi, dando vita a pagine di profonda analisi.

Le figure che più evolvono all’interno della storia sono quelle che riflettono prima su se stesse e poi sugli altri.

 

Fanny Price, apparentemente remissiva e sottomessa, fiorisce con un carisma tutto particolare. Rivela il fascino misterioso di chi non cerca la visibilità e, contro i propri interessi, pur di restare fedele al proprio sentire, respinge le soluzioni più facili e comode. I suoi pensieri rivelano una donna fiera e tenace, pronta al sacrificio.

 

Così come la scrittrice illumina i difetti e le imperfezioni dei suoi personaggi, allo stesso modo ne porta in alto le virtù.

 

Fanny splende di luce lunare. La sua bellezza è fatta di ombre, di silenzi e di discrezione. Con il suo agire rivela una straordinaria forza morale.

Nonostante la fatica di vivere all’interno di un sogno impossibile, lei non vi rinuncia. Come tutti, anche lei non può allontanarsi dalla sua natura: non può fare diversamente.

 

Il bello della faccenda è che, quando a seguire la propria indole sono i virtuosi, allora cambia il corso della storia.

 

“Ogni cosa era amica, o portava i suoi pensieri a un amico; e anche se c'era stata spesso molta sofferenza per lei... anche se i suoi moventi erano stati spesso fraintesi, i suoi sentimenti ignorati, e la sua comprensione sottovalutata; anche se aveva conosciuto i tormenti inflitti dalla prepotenza, dal ridicolo e dall'abbandono, tuttavia quasi ognuna di queste afflizioni aveva lasciato dietro di sé qualcosa di consolante.”

 

Jane Austen ci insegna a riconoscere gli stupidi, a comprendere che non si può offrire un cervello che la natura ha negato… e la storia attuale ci offre numerosi esempi.

Però, ci dice anche che vale la pena essere coerenti e continuare a marciare a testa bassa verso i nostri obiettivi, anche nelle peggiori condizioni, anche quando tutto sembra perso.

Finché ci si crede, quella è la direzione.

 

“Quando guardo fuori in una notte come questa, sento che non ci possono essere né cattiveria né dolore nel mondo; e certamente ci sarebbe meno dell'uno e dell'altro se gli uomini sentissero di più la sublimità della natura, e si lasciassero maggiormente trasportare al di sopra di loro stessi contemplando una scena come questa.”




Lieber Leser 

folgt unten die Übersetzung meines deutschen Beitrags


MANSFIELD PARK

Inhalt

Fanny Price, in einer armen Familie geboren, wird in das reiche Haus ihrer Onkel in Mansfield Park aufgenommen. Sie wächst schüchtern und dankbar auf, oft von ihren Cousins in den Schatten gestellt, besitzt jedoch eine tiefe Sensibilität und moralische Integrität. Als die charmanten Geschwister Crawford ankommen, erschüttert ihr Charme die familiären und emotionalen Gleichgewichte.

 

Kommentar

 

Jane Austen enttäuscht nie.

 

Obwohl mir Mansfield Park anfangs zu überfüllt mit schwer merkbaren Figuren erschien und die Protagonistin Fanny Price genau das Gegenteil meiner geliebten Elizabeth Bennet (Stolz und Vorurteil) zu sein schien, gewann mich die Lektüre Seite für Seite.

 

Von Austen kennen wir bereits die Kunst, ihre niederen Seelen … natürlich klein im Inneren, nicht in der Statur … mit wenigen Worten zu entlarven.

 

«Eure Freundlichkeit und Geduld werden nicht vergessen, eure unermüdliche Geduld, ihm zu ermöglichen, seine Rolle zu lernen – indem ihr ihm ein Gehirn anbietet, das die Natur ihm verweigert hat, und ihm die Fähigkeit vermittelt, durch die Überlegenheit eures Verstandes zu verstehen!»

 

Ich, die, wenn ich wütend werde, es vorziehen würde, meine Gesprächspartner zu schütteln, ihnen den Kopf zu öffnen, um die Leere zu bestätigen... Nun, ich verneige mich vor der Klasse dieser Schriftstellerin. Sie deckt die Kleinlichkeit der Menschen auf und zeigt uns, fast milde, wie sie einfach das sind, was sie sind; sie lehrt uns, dass die niederen Seelen nicht wachsen, sich nicht entwickeln und niemals von der schlechtesten Version ihrer selbst loskommen.

 

«Die Zumutungen der Dummheit und die Enttäuschungen blinder Leidenschaft können nur wenig Mitleid erregen. Die Strafe, die ihn traf, entstand aus seinem eigenen Verhalten.»

 

Von Austen kennen wir bereits ihr Urteil über die Epoche, in der sie lebte: eine Zeit, die nicht nur das intellektuelle Wachstum des weiblichen Geschlechts behindert, sondern die Frau auch auf die Rolle einer dekorativen Figur neben einem wohlhabenden Mann beschränkt.

Und durch die Figur der Lady Bertram entfaltet sich diese Kritik auf sublime Weise:

«Auf die Erziehung ihrer Töchter legte Lady Bertram keinerlei Aufmerksamkeit. Sie hatte keine Zeit für solche Beschäftigungen. Es war eine Frau, die ihre Tage damit verbrachte, wohlbekleidet auf einem Sofa zu sitzen, in lange Näharbeiten vertieft, die wenig nützlich und ohne Schönheit waren, und mehr an ihren Hund dachte als an ihre Kinder…»

 

Lady Bertram ist eine Figur, um die man sich nicht kümmert: Der Leser sieht sie, aber er spürt sie nicht. Vielleicht, als Produkt ihrer Zeit, erfährt sie die gleiche Gleichgültigkeit, die ihre Zeit ihr entgegenbringt.

 

In diesem Roman beeindruckt mich mehr als in anderen die Fähigkeit, tief in die Psychologie der Figuren einzutauchen und Seiten voller Analysen zu schaffen.

Die Figuren, die sich innerhalb der Geschichte am meisten entwickeln, sind diejenigen, die zunächst über sich selbst und dann über andere nachdenken.

 

Fanny Price, scheinbar unterwürfig und zurückhaltend, erblüht mit einem ganz besonderen Charisma.

Sie offenbart den geheimnisvollen Reiz jener, die nicht nach Sichtbarkeit streben und, entgegen ihren eigenen Interessen, aus Loyalität zu ihrem inneren Empfinden die einfachsten und bequemsten Lösungen ablehnen.

Ihre Gedanken zeigen eine stolze und entschlossene Frau, bereit zu opfern.

 

So wie die Schriftstellerin die Fehler und Unvollkommenheiten ihrer Figuren beleuchtet, hebt sie ebenso deren Tugenden hervor.

 

Fanny strahlt im Mondlicht.

Ihre Schönheit besteht aus Schatten, Stille und Zurückhaltung.

Durch ihr Handeln offenbart sie eine aussergewöhnliche moralische Stärke.

Trotz der Mühsal, in einem unmöglichen Traum zu leben, gibt sie nicht auf.

Wie alle kann auch sie nicht von ihrer Natur abweichen: Sie kann nicht anders.

 

Das Schöne daran ist, dass, wenn die Tugendhaften ihrer eigenen Natur folgen, sie den Lauf der Geschichte verändern.

 

«Alles war ein Freund, oder trug ihre Gedanken zu einem Freund; und selbst wenn sie oft viel Leid erfahren hatte… selbst wenn ihre Beweggründe oft missverstanden wurden, ihre Gefühle ignoriert und ihr Verständnis unterschätzt… selbst wenn sie die Qualen der Willkür, des Spotts und des Verlassens erfahren hatte, hinterliess fast jede dieser Leiden etwas Tröstliches.»

 

Jane Austen lehrt uns, die Dummen zu erkennen, zu verstehen, dass man niemandem ein Gehirn geben kann, das die Natur ihm verweigert hat…

und die heutige Geschichte bietet zahlreiche Beispiele.

Aber sie zeigt uns auch, dass es sich lohnt, konsequent zu bleiben und mit gesenktem Kopf auf unsere Ziele zuzugehen, selbst unter den schlimmsten Bedingungen, selbst wenn alles verloren scheint.

Solange man daran glaubt, ist das der richtige Weg.

 

«Wenn ich in einer Nacht wie dieser hinausschaue, habe ich das Gefühl, dass es weder Bosheit noch Schmerz auf der Welt geben kann; und sicherlich gäbe es weniger von beidem, wenn die Menschen die Erhabenheit der Natur stärker fühlen würden und sich beim Betrachten einer solchen Szene mehr über sich selbst erheben liessen.»

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