Il protagonista del romanzo è Mimì, un dodicenne dotato
di notevole sensibilità, capace di guardare alle cose dall’interno e di
cogliere anche i più piccoli e impercettibili dettagli. Il segreto della sua
eccezionalità è forse quello di essere riuscito fin da piccolo a compensare dei
limiti esterni, reali e oggettivi con un mondo interiore luminoso ed esteso. Proveniente
da una famiglia umile, nella Napoli degli anni Ottanta, il ragazzo trova nella propria immaginazione lo spazio che gli manca:
“A ogni modo,
questa è stata la mia infanzia, la mia vita da adolescente: uno stare tutti
insieme, il respiro di uno sulla guancia dell’altro, senza alcuna possibilità
di avere un momento e un luogo che fossero davvero miei. Fu proprio quella
situazione di eterna condivisione a spingermi a isolarmi, a farmi rifugiare in
un mondo solo mio che viveva di vita propria, e in quel mondo, in quei frangenti,
imparai a non avvertire più il russare di papà, a non sentire le telenovele
della nonna, i dibattiti politici del nonno o il ruminare rumoroso con il quale
Bea masticava il suo chewingum.
Il giorno
che pensai di diventare un supereroe, non sapevo che, in realtà, io supereroe
già lo ero”.
Delicato e fragile, bravo nello studio e incontenibilmente
curioso nei confronti di ogni singolo aspetto dell’esistenza, Mimì rivela anche
una forza così straordinaria che, allo sguardo del lettore, supereroe lo diventa
sul serio. Nonostante i coetanei lo considerino uno “sfigato”, lui non si
omologa e va avanti per la propria strada, senza stancarsi di ascoltare istinto
e cuore. Sceglie come amici Matthias, un senzatetto scappato dalla Germania
orientale, e Giancarlo Siani, un giovane giornalista, coraggioso al punto di
scrivere contro la camorra e così firmare la propria condanna a morte. Il
protagonista sceglie di essere se stesso anche quando si innamora di Viola, una
ragazza molto bella e corteggiata, figlia di una coppia benestante residente
nello stesso stabile in cui suo padre fa il portinaio. Nonostante la famiglia e
gli amichetti del quartiere si sforzino di dissuaderlo e cerchino di levargli
anche la più piccola illusione, lui si mostra senza paura per il fanciullo che
è, senza maschere né atteggiamenti spocchiosi.
“Sai come
sono nate le fate? Chiesi d’improvviso a Viola … Lei si girò a guardarmi con
occhi curiosi… Quando il primo bimbo rise per la prima volta, la sua risata si
sbriciolò in migliaia di frammenti che si sparpagliarono qua e là. Fu così che
nacquero le fate”.
La sua aspirazione è quella di poter svolgere un giorno una
missione che abbia un senso, che lo faccia sentire libero e nel giusto, proprio
come il suo idolo Giancarlo.
“Sentirsi
invincibili non è una buona cosa, perché ti porta a commettere degli errori, a
sottovalutare i segnali, a non accorgerti della precarietà delle cose. Ciò che
ci rende umani e per questo speciali, caro Mimì, sono proprio le nostre
debolezze, i difetti se vuoi chiamarli così”.
La bellezza di questo racconto è quella di riportarci
alla nostra autenticità, di renderci consapevoli che la prima sfida, prima ancora
dei risultati scolastici, professionali o sociali, sta nell’essere fedeli a noi
stessi, perché solo chi veramente lo è, alla fine trionfa. Diversamente,
vincerebbe il ruolo che stiamo interpretando. Mimì ci insegna a buttarci nelle
imprese che ci attraggono, a fare spallucce quando gli altri ci giudicano o ci deridono.
“Poiché alla
fine di quella terribile e magnifica estate capii che gli unici superpoteri a
disposizione di noi poveri umani sono i rapporti che riusciamo a costruirci,
gli amori, le amicizie, gli affetti. Sono la qualità di queste relazioni a fare
la differenza fra chi è super e chi, forse, lo è un po’ meno”.
Come sempre mi accade con i libri di Lorenzo Marone resto
piena di ammirazione e meraviglia, per la vicenda narrata, per il modo e
soprattutto per quell’analisi che vola alta sulle cose del mondo e risponde a
questioni mai veramente formulate, eppure presenti chissà dove e chissà da
quando.
Grazie Lorenzo Marone Grazie
A chi fosse interessato a conoscere la breve biografia di Giancarlo Siani, giro questo link
Biografia - Fondazione
Giancarlo Siani
I see your true colorsShining through (true colors)
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful
Like a rainbow
True Colors
Billy Steinberg e Tom
Kelly
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