martedì, ottobre 15, 2024

LA DONNA DEGLI ALBERI di Lorenzo Marone


Questo romanzo di Lorenzo Marone è scritto in modo completamente diverso dagli altri. Leggendolo, mi sono spesso chiesta come fosse possibile che si trattasse dello stesso scrittore di La tentazione di essere felici, la tristezza ha il sonno leggero e tutte le sue altre opere finora lette. Eppure, Marone è anche questo: poeta di montagna.

«È piombata di nuovo la neve, portata dal vento freddo che soffia dalle montagne, è caduta in diagonale, togliendo respiro e forza alla valle, si è mischiata al terreno e lo ha fatto suo. Ha portato il bianco e sigillato le cose. Poi è scesa l’apnea, la foresta aveva il fiato trattenuto, il tonfo di una pigna caduta su una zolla libera è sembrato echeggiare e mi ha rapito la voglia di raccoglierne».

La vicenda è quella di una signora che, abbandonata la metropoli, si ritira in una baita per fare pace con sé stessa. Si tratta di un viaggio soprattutto interiore, che ha luogo nell’arco di un anno. Poiché solitudine e natura dilatano il presente, questi dodici mesi si allungano in un perpetuo spazio sospeso. La donna degli alberi penetra così intimamente la vita del bosco, che conquista la fiducia delle nascoste creature che lo popolano. La sua è una lenta e consapevole metamorfosi: ella diviene seme sparso sul terreno, mucca, vitello che nasce, acqua di lago, nebbia d’autunno, valanga, fuoco e vento. Il suo incedere nel paesaggio alpino la trasforma nella stessa sostanza che incontra.

«Con gli aghi di abete fra i capelli ho ballato nel sottobosco, il silenzio assoluto e impenetrabile non mi rendeva abitante solitario, non siamo mai soli al mondo, lo diventiamo se smettiamo di ascoltare e ci asserviamo alla fretta, il vizio capitale del nostro tempo, se ci lasciamo sedurre dalla facile idea che la felicità sia qualcosa da ricercare, non qualcosa a cui prestare attenzione».

Analogamente, anche con gli esseri umani crea rapporti profondissimi, basati sulla reciprocità e sulla libertà di essere. Questi personaggi hanno un’autenticità fuori dal comune. Purificati dalle tentazioni della città e della tecnologia, agiscono in maniera innocente. Non sono solo compagni come li intende il mondo adulto, piuttosto mi riportano alla memoria gli amici del Fantabosco: buoni, generosi, ingenui ed istintivi. In effetti, tutta la narrazione ricorda una favola per bambini. Le figure umane si esprimono senza dialoghi, né nomi. Lo straniero, la Rossa, la Guaritrice, la Benefattrice non sono descritti dalle parole che usano, ma dall'immediatezza dei loro gesti, così come dalla limpidezza dei loro sguardi. 

Questo è il libro più silenzioso che abbia mai letto.

«La tavola si è riempita di briciole, lei mi dava compagnia senza chiedere altro in cambio, il suo volto paffuto non mi parlava di solitudine o di disperazione, ma della buona giornata dopo la buona giornata, che ti porta la pace lunga, quella di pochi».

«C’è in lui, nella Guaritrice, nella Rossa che mi ha nutrito da sorella, in chi abita questo luogo, la necessità di trovare riparo alle anime rotte, l’obbligo di occupare lo spazio che le ferite lasciano nelle persone, la maledizione di sentire il dolore dell’altro».

Un testo strano per me che non amo la montagna. È stato molto impegnativo essere condotta in un luogo in cui non desidero stare, e viverlo così intensamente per tutto il tempo della lettura. Purtroppo non ho cambiato idea, per quanto la prosa di Lorenzo Marone raggiunga l’apice del lirismo, anzi del natur-lirismo, questi giganti verdi restano un immenso ostacolo tra i miei occhi e il bisogno di vedere l'orizzonte.

Forse, la prossima volta che sarò ad alta quota per sciare, mi guarderò intorno con più attenzione, consapevole di trovarmi all'interno di un luogo misterioso e segreto. La donna degli alberi, nascosta dietro ad un tronco, riderà di me e delle mille cose che non posso capire.

«Mi sono seduta sull’uscio facendo poco rumore, nelle mani una tazza di tè, la Volpe non ha smesso di masticare e guardandola ho pensato a quanto duri sempre troppo poco la perfezione».


 

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