Martina
(Mina) è la bambina sputafuoco. Un malessere improvviso, il ricovero, le analisi
e la diagnosi di una rara malattia che la costringe a vivere per lungo tempo in un reparto di oncologia infantile. Grazie alle
cure e alla preparazione di chi si occupa di lei, Mina migliora. Riceve l’immenso
supporto di tutta la famiglia, delle compagne di scuola e delle sue
insegnanti. L’intera società che le ruota intorno si preoccupa per lei e crede
nella sua guarigione. Tuttavia, è Mina a salvare se stessa. Curiosa, innocente
e molto coraggiosa, osserva il mondo dalla sua camera d’ospedale e trasforma
con salvifica fantasia la lunga degenza; trasfigura muri,
quadri, armadi, oggetti, persone in luoghi e personaggi onirici, che le
conferiscono quei superpoteri di cui ha bisogno per sconfiggere il cancro,
affrontare chemioterapia e trattamenti invasivi.
“Lorenzo ha la testa appoggiata al mio
cuscino, si schiaccia il naso sulla faccia … sta uccidendo i mobili e ogni cosa
che vede tranne la balena sul quadro, tutto esplode in luce incandescente e
goccioline di saliva, poi un pezzo della scrivania mi colpisce il fianco, è
grande e appuntito ma non fa niente siccome io sono immortale”.
Lorenzo
è il compagno di questo lungo ed estenuante viaggio. È il fratello del cuore, l’amico
perfetto. In tedesco c’è un modo di dire che lo descrive:
«er/sie ist jemand mit dem/der man Pferde
stehlen könnte»
«è qualcuno con cui si potrebbero rubare dei
cavalli»
Significa che è una persona con cui si farebbe qualsiasi cosa e con cui si andrebbe dappertutto. I due ragazzi conoscono esattamente quello che l’altro
prova, si aiutano e si accompagnano con complicità e affetto crescenti, tanto
che evadono addirittura dalla clinica e arrivano al parcheggio dove, dopo un'abbondante colazione, vengono giustamente riacciuffati. Lorenzo è la persona per
cui Mina arriva a commettere un gesto di eroica ribellione, pur di stargli
vicino dopo il trapianto di midollo. Del resto, è proprio lei la persona con cui il ragazzo vuole trascorrere il giorno e la notte che precedono quel delicato intervento.
Più del coraggio, della forza e della fantasia, di
Mina mi incanta lo sguardo, il modo gentile e delicato con
cui scruta ciò che la circonda. Legge dentro alle cose della vita e alle
persone, come se, analizzando ogni evento alla luce del suo cuore bambino e di un’insolita
maturità, alla fine vedesse oltre.
“…Lei sorride e mi dà una
piccola carezza al lato del mento che mi rimane attaccata per molte ore”.
“Allora apro la bocca e
prendo aria. Stringo le palpebre molto forte e vedo tante piccole lucine e sono
molto convinta che quello sia l’universo intero e noi in realtà ce l’abbiamo
dentro agli occhi”
“Minni, la gatta che
avevamo prima di Pollice. Era una palla grigia con il pelo molto lungo, l’abbiamo
sotterrata in giardino e adesso è diventata un acero, tutte le volte che cadono
le foglie lei miagola con il vento. Ora che è agosto e non fa i fiori ma dei
semi doppi e lunghi che sembrano libellule, se cadono vorticano nell’aria,
girano su se stessi fino a che si incastrano nei fili d’erba. Sono il cibo dei
grilli, loro cantano tutta la notte perché hanno la cena che cade dal cielo.”
“Li ho pensati uno vicino
all’altra, con le teste appoggiate sui grandi capelli di Imma…Paolo le
abbracciava un fianco e lei sorrideva sentendogli il collo, come profumava
sempre di Pino. Allora non so perché … ma ho visto che loro sono lo stesso
albero: uno di quelli che crescono al mare, spettinati un po’ storti…Imma è
tutta la pianta e Paolo il suo profumo ed è per questo che adesso non si separano
più”.
Il romanzo è autobiografico, la scrittrice Giulia Binando Melis racconta, probabilmente elabora e in qualche modo trasfigura la sua storia. Grazie alla medicina, all’amore e alla sua stessa energia, la malattia è passata ma la piccola sputafuoco le starà sempre accanto. Del resto, è così per ognuno di noi. Delle sfide superate, ci resta il guerriero che ha lottato a ricordarci che ce l'abbiamo fatta e che siamo stati molto più forti di quanto ci aspettassimo.
Nonostante il linguaggio abbia un ritmo molto lento, è un libro che consiglio.
Voto: 8+
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