martedì, giugno 14, 2022

SEI LA MIA VITA, FERZAN OZPETEK

 


Premessa: Ferzan Ozpetek e Lorenzo Marone sono in questo momento gli scrittori che più mi fanno sentire piccola: piccola nella mia ricerca, piccola nella scrittura, piccola nella descrizione delle cose e nell’osservazione della realtà. Nonostante siano entrambi molto diversi, hanno tutti e due il dono non solo del racconto ma dell’analisi profonda, della sua elaborazione mediante un linguaggio semplice, rapido e rivelatore. Potrebbe apparire una condizione frustrante, eppure non lo è, al contrario più un modello è irraggiungibile, maggiore è la mia ispirazione.

Un ideale è come la stella polare: è irraggiungibile, ma indica la retta via.

Il libro: Ferzan Ozpetek si racconta durante un viaggio in macchina al suo compagno Simone. Qualsiasi termine lo designi, partner, amico, amante … suona inadeguato, poiché il rapporto che li lega va al di là di qualunque relazione amorosa. Simone è Ferzan e Ferzan è Simone. Sebbene questo sentimento sia solo lo sfondo della storia, resta tuttavia il filo conduttore di tutto il romanzo, del tempo che lo precorre e di quello che lo succede.

“Nel mio cuore c’è solo un prima di te e un durante te: è senza di te che non riesco nemmeno a immaginarmi.”

"E poi ci sono creature come te, di una bellezza profonda come il mare aperto. Creature così meravigliose, eppure tanto restie ad ammetterlo guardandosi allo specchio. Al contrario, pronte a sminuirsi, vedersi come le caricature di se stesse, quasi un concentrato di difetti. Da cosa dipende? Perché chi è realmente bello spesso vive nella dolorosa certezza di non piacere a nessuno, mentre altri, dotati di percentuali di fascino infinitamente inferiori, se ne vanno in giro come fossero padroni del mondo?”

Nel descrivere la propria esistenza, il regista presenta le persone che ne hanno fatto parte, molte di queste schizzano fuori dalle sue pellicole. Sono quei personaggi che si riconoscono subito, così indimenticabili con le loro forti e fragili individualità, efficacemente caratterizzate ma mai parodiate.

“Vera è così. Una creatura che, fino all’ultimo, non ha rinunciato a produrre scompiglio con ogni mezzo, nella buona e nella cattiva sorte… una creatura capace di irrompere nelle vite altrui con l’energia di una dea guerriera”.

La purezza d'animo dell'autore e il talento della prosa, incastrandosi perfettamente, celebrano l'umanità,  nuda, libera di esprimersi senza il timore del giudizio. Nella scelta degli amici o di chi invitare al pranzo della domenica, l’unico criterio è una simpatia istintiva, l’empatia nel cogliere i dettagli e una naturale curiosità rivolta alla comprensione dell’universo altrui. Senza distinzione, egli accoglie, ospita, osserva. Con tratto deciso e tinte cangianti dipinge ritratti autentici, belli e imperfetti.

“Nel mondo che amo, ciascuno può essere semplicemente se stesso, con naturalezza e libertà, senza per questo sentirsi giudicato. Può vestirsi come gli pare, ballare come si sente, cantare a squarciagola nella notte, se ha voglia di far sapere a tutti che è felice. Può nutrire i suoi sogni, coltivare i desideri, seminare il proprio futuro di nuove speranze. Può chiamare il suo amore a voce alta, infischiandosene se a qualcuno potrà dare fastidio.”

“Diffido da chi procede per esclusione, di chi si fa guidare dai preconcetti. E’ come vivere in bianco e nero, rinunciando alle meravigliose sfumature che riscaldano l’esistenza.
Il rosso dell’amore possibile e il viola di quello perduto, il verde dell’amicizia che non morirà mai, il giallo della felicità assoluta. Ogni sentimento ha il suo colore. E quando le troppe emozioni ti confondono, basta chiudere gli occhi per riconoscerle.”

Il libro offre al lettore l’immagine nitida del luogo in cui i personaggi vivono, il condominio, il quartiere, la pescheria. Per quanto il ricordo delle scene dei film stimoli molto la fantasia, la scrittura giunge ancora più lontano. Così lontano che tra la suggestione della lettura e quella della visione, preferisco di gran lunga la prima. Io non ho solo immaginato la vicenda descritta, ma sento quasi di averne fatto parte.

Grazie maestro Ozpetek grazie

Voto: quasi 10

 


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