Care lettrici e cari lettori, da ora in poi sotto ogni post troverete anche una traduzione in tedesco.
Liebe Leserinnen und Leser, ab sofort gibt es zu jedem Beitrag auch eine deutsche Übersetzung.
QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO di Laura Imai Messina
Questo libro è il più bello tra quelli finora letti dall’inizio dell’anno. “Quel che affidiamo al vento”, di Laura Imai Messina, è una carezza, un messaggio di speranza.
Bell Gardia è un giardino, ai piedi del monte Kujiira-yama, a Ōtsuchi. Al suo interno è collocata una cabina che trasporta le voci del vento. La postazione consta di una struttura bianca con pannelli di vetro, in cui si trova un telefono nero non collegato a nessuna linea. Yui, dopo lo Tzunami del 2011 in cui ha perso la madre e la figlia, vi si reca mensilmente, insieme al vedovo Takeshi. A differenza dell’amico, che dalla postazione si connette con la moglie, lei di solito si aggira nel parco, si accomoda sulla panchina e semplicemente osserva persone e natura
ʺUna cabina telefonica in un giardino, un telefono non collegato tramite
cui parlare con i propri defunti. Davvero riusciva a consolare una cosa così? E
poi cosa avrebbe detto a sua madre, cosa avrebbe potuto dire alla sua bambina?
ʺ
Quel luogo verde è attraversato da molte vite: storie
simili nell’intensità, ma distinte nel vissuto. Grazie alla loro voce si
percepisce l’unicità del dolore e di ogni singolo percorso. Si
comprende che il lutto non riguarda esclusivamente la
morte fisica. In fondo, basta un distacco forzato perché
nell’anima si apra una ferita che ci fa sentire rotti.
ʺE ora al telefono del Vento Shio andava a parlare con il padre, che era vivo
e abitava sotto lo stesso tetto, e non con la madre, che invece era stata
dichiarata dispersa. Anzi, lui si rifiutava di chiamarla perché da qualche
parte, diceva, doveva pur stare. Shio confidava segretamente che proprio lei,
un bel giorno, sarebbe tornata a riappiccicare le due parti del padre. ʺ
A differenza di Yui, che esita a lungo prima di accedere
alla cabina, io entrerei subito. Chiuderei gli occhi un istante, poi prenderei
un grande respiro, alzerei la cornetta e starei in silenzio per risuonare
insieme al vento «…Nonna? Nonna mi senti? Nonna ti
voglio bene. Come state tutti? Nonna, grazie per il tuo infinito amore.» Il
mormorio dell’aria si farebbe abbraccio, sorriso e calore. Poi giungerebbero
parole di luce, risposte mute ma eloquenti, echeggianti in uno spazio
misterioso, sospeso lì tra la mente e il cielo. E poi, ne sono certa, lungo il
sentiero verso l’uscita mi scorterebbero arancioni farfalle madrine.
ʺSi era convinta che la nostalgia non avesse nulla a che fare con la
memoria, che la si potesse anzi provare forte solo per cose di cui non si aveva
avuta diretta esperienza.”
Nel pensare a chi è andato, siamo istintivamente portati a credere che la malinconia sia in stretta relazione con il passato. Eppure, non è soltanto questo.
Il lutto è anche tristezza per qualcosa che doveva essere e non è stato. Si può morire in tanti modi. Che sia un decesso fisico, reale o un allontanamento improvviso, tutta l’energia destinata a quel legame, al suo dispiegarsi nel tempo, ci rimane imprigionata nel petto. L’amore che non può uscire, quello non espresso o sottratto, implode dentro di noi. La sofferenza è percezione dell’incompiutezza; qualunque sia il grado di vicinanza: amici, figli, fratelli, genitori, compagni… la morte è quella porta che apre l’incompiuto tra due anime, impendendo un cammino nel futuro. La forza emotiva della cabina spezza il sortilegio dell’assenza, schiudendo i sensi alle infinite possibilità che ha l’amore per vincere su di essa.
Leggendo, ho pensato che mi sarebbe piaciuto andare in Giappone, a visitare il giardino di Bell Gardia. Forse, un giorno, ci andrò.
“In fondo era quanto ci si augurava per tutti, che un posto dove curare il
dolore e rimarginarsi la vita ognuno se lo fabbricasse da sé, in un luogo che
ognuno individuava diverso.”
È davvero così. Basta lasciarsi andare all’attimo
presente, mettersi in rispettoso ascolto, e accadranno meraviglie. Perché la
saggezza del cuore sa condurci oltre, ben
oltre i confini che la ragione ci ha imposto.
Versione in
tedesco / Deutsche Version
Die Telefonzelle am Ende der Welt, von LAURA IMAI MESSINA
Dieses Buch ist das schönste, das ich seit Jahresbeginn gelesen habe. ʺWas wir dem Wind anvertrauen“ von Laura Imai Messina ist eine liebevolle Botschaft der Hoffnung.
Bell Gardia ist ein Garten am Fuße des Kujiira-yama-Berges in Ōtsuchi. Darin befindet sich eine Kabine, die die Stimmen des Windes überträgt. Die Station besteht aus einer weißen Struktur mit Glaswänden, in der sich ein schwarzes Telefon befindet, das nicht an eine Leitung angeschlossen ist. Yui besucht diesen Ort monatlich zusammen mit dem Witwer Takeshi, nachdem sie beim Tsunami 2011 ihre Mutter und Tochter verloren hat. Anders als ihr Freund, der sich von der Station aus mit seiner Frau verbindet, streift sie meist im Park umher, setzt sich auf eine Bank und beobachtet einfach Menschen und Natur.
ʺEine Telefonzelle in einem Garten, ein nicht angeschlossenes Telefon, über das man mit den Verstorbenen sprechen kann. Konnte so etwas wirklich trösten? Und was hätte sie ihrer Mutter sagen können, was hätte sie ihrem Kind sagen können? ʺ
Dieser grüne Ort ist von vielen Leben durchzogen: Geschichten, die in ihrer Intensität ähnlich, aber im Erlebten unterschiedlich sind. Durch ihre Stimmen wird die Einzigartigkeit des Schmerzes und jedes einzelnen Weges spürbar. Man versteht, dass Trauer nicht ausschließlich den physischen Tod betrifft. Es reicht ein erzwungener Abschied, damit in der Seele eine Wunde entsteht, die uns zerbrochen fühlen lässt.
ʺJetzt sprach Shio am Telefon des Windes mit dem Vater, der lebte und unter demselben Dach wohnte, nicht mit der Mutter, die als vermisst galt. Er weigerte sich sogar, sie anzurufen, weil sie ja irgendwo sein musste, sagte er. Shio vertraute heimlich darauf, dass sie eines Tages zurückkommen und die beiden Teile des Vaters wieder zusammenfügen würde. ʺ
Im Gegensatz zu Yui, die lange zögert, bevor sie die Kabine betritt, würde ich sofort hineingehen. Ich würde die Augen einen Moment schließen, tief durchatmen, den Hörer abnehmen und schweigend dem Wind lauschen: «…Oma? Oma, hörst du mich? Ich hab dich lieb. Wie geht es allen? Oma, danke für deine unendliche Liebe.» Das Flüstern der Luft würde zu einer Umarmung, einem Lächeln und Wärme werden. Dann kämen Worte des Lichts, stille, aber aussagekräftige Antworten, die in einem geheimnisvollen Raum zwischen Geist und Himmel widerhallen. Und ich bin sicher, auf dem Weg nach draußen würden orangefarbene Schmetterlinge mich begleiten.
ʺSie war überzeugt, dass Sehnsucht nichts mit Erinnerung zu tun hatte, sondern dass man sie nur für Dinge stark empfinden konnte, die man selbst nicht erlebt hatte.ʺ
Wenn wir an die Verstorbenen denken, neigen wir instinktiv dazu, Melancholie eng mit der Vergangenheit zu verbinden. Doch das ist nicht alles.
Trauer ist auch Traurigkeit über etwas, das hätte sein sollen und nicht war. Man kann auf viele Arten sterben. Ob es ein physischer Tod ist, real oder ein plötzlicher Abschied – die ganze Energie, die für diese Verbindung und ihre Entfaltung über die Zeit bestimmt war, bleibt in unserer Brust gefangen. Die Liebe, die nicht ausgedrückt oder genommen werden kann, implodiert in uns. Leid ist die Wahrnehmung von Unvollständigkeit; egal wie nah man sich steht – Freunde, Kinder, Geschwister, Eltern, Partner… Der Tod ist die Tür, die das Unvollendete zwischen zwei Seelen öffnet und einen Weg in die Zukunft verhindert. Die emotionale Kraft der Kabine bricht den Bann der Abwesenheit und öffnet die Sinne für die unendlichen Möglichkeiten, die Liebe hat, um sie zu überwinden.
Beim Lesen dachte ich, ich würde gerne nach Japan reisen und den Garten Bell Gardia besuchen. Vielleicht werde ich eines Tages dorthin gehen.
„Im Grunde wünschte sich jeder einen Ort, an dem man den Schmerz pflegen und das Leben heilen konnte, einen Ort, den jeder für sich selbst an einem anderen Platz fand.“
So ist es
wirklich. Man muss sich nur dem gegenwärtigen Moment hingeben, aufmerksam
zuhören – und Wunder werden geschehen. Denn die Weisheit des Herzens führt uns
weiter, weit über die Grenzen, die die Vernunft uns gesetzt hat.
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