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lunedì, agosto 23, 2021

CAMMINO PORTOGHESE , GIORNO 2: VILA DO CONDE - APULIA E IL CANTINHO D`AVÒ


Siamo partiti da Vila do Conde verso Apulia, a circa 22 km di cammino. La prima parte del tragitto ci ha molto sorpreso: ci siamo trovati per circa 6 km in una Rimini portoghese, colma di gente e grandi edifici affacciati sul litorale, con amplificatori che emettevano musica già alle 9 del mattino. Quello che invece ho apprezzato sono le spiagge private. I lettini, anzi le tende, sono disposte in modo verticale e non orizzontale rispetto al lido, così da non ostacolare la vista del mare a nessuno.



Dopo questi primi chilometri rumorosi ma anche divertenti, il resto del sentiero ha ripreso la sua dimensione selvaggia e genuina, con le passerelle di legno e la natura intatta. La vista di interi cumuli di alghe, accatastati in balle, proprio simili al fieno, ci ha incuriositi e ci siamo domandati come potessero essere utilizzate queste potenziali risorse.



La parte più bella della giornata l`abbiamo vissuta nel momento in cui abbiamo raggiunto il nostro hotel. Avevo prenotato una camera in una struttura con un ristorante, con la speranza che potesse offrirci una sistemazione comoda e pulita. Avendo terminato la marcia in poche ore, siamo arrivati ad Apùlia prima del previsto, oltretutto di domenica e all'ora di pranzo.

IL CANTINHO D`AVÒ: Siamo stati accolti da Sara. Nonostante si trovasse in un momento di lavoro molto intenso, con il ristorante pieno di gente, noi in anticipo e la camera non pronta, ci ha chiesto innanzi tutto se avessimo fatto un buon cammino. Dal momento che il cantinho d`Avò ha anche un ristorante, abbiamo deciso di mangiare direttamente lì. Non avremmo potuto fare una scelta migliore: abbiamo ritrovato il vino verde della regione, fruttato, fresco e con un prezzo impensabile in altri Paesi. L`insalata mista, che ai più potrebbe sembrare una banalità, aveva un sapore eccellente e diverso: le cipolle erano dolcissime e leggere, i pomodori gustosissimi; come primo abbiamo preso un piatto tipico della regione a base di riso e frutti di mare. Posso solo dire che era strepitoso, che è una specialità del territorio e che lo abbiamo ordinato perchè tutti gli altri clienti lo stavano consumando e l'aspetto era molto invitante.


In questo ristorante-guest hause lavora un' intera famiglia: Jose Dias è il proprietario con la moglie Maria Josè, la figlia Joana è la cuoca, Sara lavora alla reception e al ristorante e, tra le altre persone Carlos, che ci ha servito sia il pranzo che la cena. Questa gestione familiare crea un'atmosfera speciale, tale da farci sentire ospiti presso i parenti, quelli più simpatici. 
 


Conversando con Josè Dias ho appreso che il cantinho d`Avò esiste da tantissimi anni; Cantinho significa angolo, la traduzione in italiano sarebbe l`angolo della nonna. Il motivo per cui questa attività si trova qui ad Apùlia merita di essere condiviso. Da bambino, Josè viveva con la famiglia nell'entroterra del Portogallo. Uno dei suoi sette fratelli, il quinto, si era ammalato gravemente di una misteriosa malattia: il piccolo aveva smesso di parlare e camminare. I medici dell`ospedale, non riuscendo a curarlo, consigliarono alla madre di trasferirsi verso il mare, nella zona di Apùlia. Di conseguenza, l'intero nucleo famigliare si stabilì qui e nel giro di un mese il fratellino, pare grazie allo iodio e all`aria buona, riprese l'uso del linguaggio e tutte le sue funzioni motorie. 
Anche io soffro di questa malattia misteriosa, che non posso vivere lontano dal mare, ma sono asintomatica.
 
Il nome del villaggio evoca il nostro sud. L`associazione non è casuale. Il signor Josè  mi ha spiegato che, quando i romani vi giunsero per colonizzarlo, lo trovarono così simile e affine alla regione italiana da cui prende il nome che, appunto, lo chiamarono Apùlia.  

A proposito dell`insalata buonissima, il cantinho possiede dei campi in cui si coltivano ortaggi biologici concimati con quelle alghe, che abbiamo visto raccogliere, imballare ed essicare durante la mattinata.  Ogni anno, proprio in questi giorni, ricorrerebbe una festa per celebrare il lavoro degli imballatori di alghe (Sarageiros de Apùlia). Purtroppo quest'anno, a causa del covid, non avrà luogo. Non so quando,  ma spero con tutto il cuore di tornare qui e di partecipare a queste celebrazioni.

Oggi il cammino mi ha ricordato la bellezza dell'ascolto e la generosità del racconto. La famiglia del Cantinho d`Avò ci ha offerto un'esperienza nel gusto e un viaggio nel tempo.










DOMANI, DOMANI di Francesca Giannone

  Il romanzo si svolge nel Salento durante il biennio compreso tra l’estate del 1958 e quella del 1960. Lorenzo e Agnese gestiscono insiem...