Visualizzazione post con etichetta ROMA. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ROMA. Mostra tutti i post

giovedì, marzo 17, 2022

UNA GRANDE AMICIZIA AL CAPO DEL MONDO ...(ROMA PER SEMPRE parte II)



 


La Garbatella è il suggestivo quartiere in cui ho avuto il piacere di soggiornare. 


Si tratta di un paese grande, di una città nella città, proprio sotto al cuore della capitale, situato lì a metà tra il ventricolo destro e il ventricolo sinistro. Solo a un paio di fermate dal Colosseo, tanto vicino alla metropoli eppure così diverso, popolato da una società con una romanità ancora più spiccata e una quotidianità dal ritmo gradevole e tranquillo.

 




La Garbatella è discreta, ti accoglie e si mostra senza esibirsi. È un museo a cielo aperto, è il ritratto di Albertone patrimonio nazionale, sono scritte sui muri e dipinti che ammaliano, sono murales di lotta e sofferenza, sono memoria e rivoluzione, sono poesie in quel dialetto che per eccellenza è musica, ironia e saggezza...Sono strade lunghe e traverse colorate, sono ristoranti senza fronzoli dal cibo genuino, sono trattorie nascoste dietro agli angoli e nelle rampe degli edifici, sono palazzi antichi dalle tinte rosate.

  

Questa parte così speciale di Roma è diventata la residenza di una persona altrettanto speciale,  il fraterno amico Antonio. Al mio arrivo siamo entrati in un flusso leggero e impetuoso di chiacchiere e pensieri. Quando ci siamo ricordati di guardare l’orologio, erano già le due mattino. Ma cos’è? Come è possibile che il tempo corra in modo talmente veloce da mangiarsi le sue stesse lancette? È forse il gentile magheggio che compie la vita quando mette sul nostro stesso cammino delle anime affini.

La bolla di sapone in cui siamo entrati ha condotto la nostra amicizia da Trastevere al Ghetto, dal Colosseo al Vaticano, su fino a piazza di Spagna e poi giù fino al parco dell’Eur. I nostri occhi si riempivano di bellezza, alla vista di quelle architetture si arcinote ma eternamente sbalorditive. Seduti come bravi scolari ai bordi della cappella Sistina, in reverente silenzio, appesi anche noi al blu delle figure nel giudizio universale; persi ad ascoltare con orecchie grandi e cuore aperto le descrizioni della guida Margherita, siamo stati rapiti dalla Deposizione di Caravaggio, ci siamo trasformati nel movimento doloroso di Laoconte e siamo ascesi insieme a Raffaello nella sua Trasfigurazione

    
Deposizione                
             
                                                Laoconte


I nostri passi su ponte Sisto hanno incrociato quelli di una coppia di vecchi amici, con cui fino a mezzanotte abbiamo brindato, celebrando la fratellanza, la salute e l'immenso privilegio di essere liberi e vivi in questo mondo difficile.



Come il sole e il cielo, anche Roma è di tutti ma crea dipendenza. Più ci vai e più ci devi tornare. Nella sua generosa magnificenza ella pone una sola condizione, che il tuo compagno di viaggio sia un tuo simile, che vi possiate ritrovare senza perdervi né cercarvi. Così è con il mio amico Antonio, che ringrazio dal profondo per la condivisione di questi giorni indimenticabili e meravigliosi ... per tutti gli altri che li hanno preceduti e per quelli che verranno. 











domenica, maggio 10, 2020

Rom für immer







Liebe Deutschsprachige Leserinnen und Leser, hier folgt meine Übersetzung… von mir, so gut wie ich konnte, ins Deutsch übersetzt.


Rom, wenn die Reise nicht endet                            

Jede Reise, die Sie machen, egal wohin Sie gehen, ob Sie sich bewegen oder stillstehen, führt uns an einen Ort, der nicht unbedingt geographisch ist. Im Falle Roms war der Aufenthalt physisch und metaphysisch zugleich und führte zu einer gesunden Unruhe, die weder verblasst, noch abnimmt. Der Punkt ist, wenn Sie zurückkommen, sind Sie nicht mehr derselbe.

Ich betrat die Hauptstadt mit dem Respekt derer, die einen imposanten Raum betreten und mit Staunen und Umsicht umschauen. In Rom ist alles monumental, sogar der Fahrer, der gekommen ist, um uns am Flughafen abzuholen. Das erste Bild der Stadt ist eines ihrer Tore, Porta Pia, dann der lange Spaziergang bis zu den berühmten Stufen der Piazza di Spagna und dem Barcaccia Brunnen. Meine Bilder überlaufen sich mit lustigen Touristen aller Farben und Herkünften. Und es ist genau dort: auf den Plätzen, in den Kirchen, um die berühmtesten Brunnen, dass die Welt von lärmenden und lächelnden Leuten wimmelt. Voller Aufregung haben sie, an diesem Tag, zu dieser Stunde, an diesem Ort das große Privileg, Zeuge zu sein eines wunderbaren Spektakels, das seit Jahrhunderten durchgeführt wurde und immer die gleiche und anders ist, da ständig Farben, Lichter und Darsteller sich ändern.

In der Tat denke ich, dass die Wahl, einige Orte zu besuchen, mehr in Ruhm als in ihrer intrinsischen Schönheit liegt. Der Trevi-Brunnen ist wunderbar, beeindruckend, spektakulär, eine Freude für die Augen, aber von Brunnen gibt es viele andere, vielleicht weniger bekannt und diskreter in Proportionen, die ebenso Betrachtung und Bewunderung verdienen, wie der Brunnen der Schildkröten im Ghetto oder jener der Catecumeni in via dei Serpenti . Rom wimmelt von Quellen und sprudelt von leuchtendem Wasser, das die Luft reinigt, die Gedanken erfrischt und Freude bringt.

Touristen verteilen sich intelligent auf den Straßen und naiv an den Orten von größtem Interesse. Aus diesem Grund ziehe ich es vor, zu Fuß, auf die kleineren Gassen zuzugreifen, die Geschäfte, die Restaurantmenüs und noch mehr die Innenhöfe der Paläste anzuschauen. Ich lege mein Handy zwischen dem Gitter eines Tores und fotografiere einen Marmorsoldaten, nackt, mit einem geflügelten Helm, auf dem Hof liegend, schön und perfekt wie der heidnische Gott, den er wahrscheinlich darstellt. Rund um ihn Bäume und Pflanzen. Ich betrachte diese Vision und frage mich, ob die Bewohner dieses historischen Gebäudes, die diese Figur jeden Tag sehen, auf sie noch darauf achten, während diese Vision für mich eine Überraschung ist, ein Geschenk des Schicksals zum Wohle meiner exklusiven Ansicht.

Pracht und Glanz entstehen überall, aber mit dem Vergehen der Tage fühle ich mich immer besser im Szenario integriert. Der Eintritt in diese eindrucksvolle Welt führt auch den Zauber in mir aus, so sehr, dass ich mich unter den Gemälden und den Skulpturen, so leicht bewege, als wäre ich auch ein Kunstwerk. Ich tauche in eine so majestätische, unaussprechliche Schönheit ein, dass meine Augen glänzen, weil die Fähigkeit zu verstehen von Eindrücken und Gefühlen überwältigt wird, ohne jede Peinlichkeit lasse ich Tränen fließen und ich gebe mich dem Charme der Kunst und der Bilder der Straße hin. Ich lasse mich in und aus der Sixtinischen Kapelle entführen, wenn beim Erscheinen der Kolonnade des hl. Petrus nehme ich die unendliche Energie wahr, die den Glauben und die Werke des Menschen nährt, bis sie unsterblich werden, ich lasse mich überwältigen, wenn ich in der Borghese-Galerie sehe, wie Proserpina sich in einen Baum verwandelt, Venus, die Amor die Augen verbindet, Caravaggio unruhig in der Verzweiflung Goliaths; Ich lasse mich überwältigen, wenn ich im Ghetto die Namen der nach Deutschland deportierten Juden lese. Denn Kunst ist nicht nur in Werken, sondern auch in Gesten, Absichten, Empathie. Ich lasse mich überwältigen, als ich unter einer Brücke von Trastevere einen jungen Obdachlosen sehe, der liebevoll vor seinem kleinen Kind kauert.

Alles erstaunt mich und bringt mich durcheinander, die Grandiosität der Werke, das Elend derer, die nicht mehr da sind, oder derer, die da sind und ums Überleben kämpfen. Unweigerlich komme ich nach Hause und bin nicht mehr dieselbe wie vorher, denn in all dieser Größe und bei all dieser Armut erkannte ich einen Teil von mir, als ob Rom direkt mit meiner Seele gesprochen hätte und sie in ihrem verborgensten und geheimsten Punkt berührt hätte.


Galleria Borghese, Tiziano Vecellio, Amor Sacro e Amor Profano


Galleria Borghese, Antonio Canova, Paolina Borghese Bonaparte

Galleria Borghese ist nicht zu verpassen, Eintrittskarten sind nur online verfügbar
https://galleriaborghese.beniculturali.it/visita/info-biglietti/


Park von Villa Borghese


 Sonnenuntergang auf dem Ponte Sisto.


Piazza di Spagna, Pietro Bernini, 1629, Barcaccia Brunnen


Mit Monica, eine meiner liebsten Freudinnen. Zu unserem 50. Geburtstag zusammen in Rom. Hier sind wir am Portico di Ottavia, neben dem jüdischen Viertel.
Bitte verpassen Sie nicht, die Möglichkeit das jüdische Ghetto zu besuchen. Das wird Sie bestimmt zum nachdenken anregen und das ist richtig. Was hier passiert ist, darf nie vergessen werden.
Villa Farnesiana, Selfie verboten … wir hatten aber das Schild nicht gesehen
Hinter uns, il trionfo di Galatea, Raffaello Sanzio 1514







giovedì, maggio 07, 2020

Roma per sempre



Roma, quando il viaggio non finisce 

Ogni viaggio che si compie, indipendentemente da dove si vada, sia che ci si muova o si resti immobili, ci porta in un posto non necessariamente geografico. Nel caso di Roma, il soggiorno è stato fisico e metafisico nello stesso tempo ed ha dato luogo ad una sana irrequietezza, che ancora non svanisce, né diminuisce. Il punto è, che quando si torna non si è più gli stessi di quando si è partiti.

Sono entrata nella capitale con il rispetto di chi si addentra in uno spazio imponente e si guarda intorno con meraviglia e prudenza. A Roma tutto è monumentale, persino l’autista che è venuto a prenderci all’aeroporto. La prima immagine della città è una delle sue porte di accesso, Porta Pia, poi la lunga passeggiata a piedi fino alla famosa scalinata di piazza di Spagna e alla fontana della barcaccia. Le mie fotografie traboccano di buffi turisti di ogni colore e provenienza. Ed è proprio lì: nelle piazze, nelle chiese, intorno alle fontane più famose che il mondo pullula, rumoreggia, ride, sorride e si emoziona con la consapevolezza che in quel giorno, a quell’ora, in quel luogo si ha il grande privilegio di assistere ad uno spettacolo prodigioso, che si compie da secoli e da secoli è sempre uguale e diverso, perché continuamente cambiano i colori del cielo, le luci e le comparse.

 In realtà penso che la scelta di visitare alcuni luoghi risieda più nella fama che nella loro intrinseca incontestabile bellezza. La fontana di Trevi è meravigliosa, imponente, spettacolare, una gioia per gli occhi ma di fontane ve ne sono molte altre meno conosciute e forse più discrete nelle proporzioni eppure altrettanto meritevoli di sguardi e ammirazione, come la fontana delle tartarughe al ghetto o quella dei catecumeni in via dei Serpenti. Roma brulica di fonti e zampilla d’acqua luminosa, che purifica l’aria, rinfresca i pensieri e mette allegria.

I turisti si distribuiscono intelligentemente sulle strade e stupidamente nei luoghi di maggiore interesse; per questo preferisco camminare senza rallentare il passo lungo le grandi vie per poi accedere alle più piccole traverse, guardare i negozi, i menu dei ristoranti ed ancor di più i cortili dei palazzi. Infilo il cellulare oltre la griglia di un cancello a pochi metri dalla fontana di Trevi, fotografo un soldato di marmo, nudo, con un elmo alato, steso a riposare nella corte, bello e perfetto come il dio pagano che probabilmente rappresenta. Tutt’intorno alberi e piante. Lo osservo e mi domando se gli abitanti di quello storico edificio, vedendolo tutti i giorni, ci facciano ancora caso, mentre per me quella visione è una sorpresa, un regalo del destino al beneficio della mia vista esclusiva.

Splendore e magnificenza affiorano in ogni dove, ma con il passare dei giorni l’imponenza m’incute sempre meno soggezione, al contrario l’ingresso in quel suggestivo mondo, compie l’incantesimo anche in me, tanto che mi aggiro tra i quadri dei più grandi maestri del rinascimento e le sculture del barocco, come se fossi un’opera d’arte anche io. Mi immergo in una tale maestosa ineffabile bellezza, che i miei occhi ne traboccano giacché la capacità di comprendere viene sopraffatta da impressioni e sentimenti che non si contengono e, senza alcun imbarazzo, lascio scorrere le lacrime e mi abbandono al fascino dell’arte e alla poesia delle immagini della strada. Mi ci abbandono dentro e fuori dalla cappella Sistina, quando all’apparizione del colonnato di San Pietro percepisco l’infinita energia che alimenta la fede e nutre le opere dell’uomo fino a renderle immortali, mi ci abbandono quando alla galleria Borghese vedo Proserpina che si trasforma in albero, Venere che benda amore, Caravaggio inquieto nella disperazione di Golia; mi ci abbandono quando, camminando nel ghetto, leggo i nomi degli ebrei che sono stati deportati in Germania. Perché l’arte non è solo nelle opere, ma anche nei gesti, nelle intenzioni, nell’empatia dei sentimenti. Mi ci abbandono quando, guardando sotto un ponte di Trastevere, vedo un giovane uomo senza dimora dormire amorevolmente accucciato di fronte al suo bimbo… piccolo, troppo piccolo. 

Tutto mi meraviglia e mi scombussola, la spettacolarità delle opere, la miseria di chi non c’è più, o di chi c’è e lotta per la sopravvivenza. Inevitabilmente torno a casa e non sono più la stessa che ero prima, poiché in tutta quella grandezza e in tutta quella bassezza, ho riconosciuto una parte di me, come se Roma avesse parlato direttamente alla mia anima, toccandola nel suo punto più nascosto e segreto.




Rossana Palieri

17 ottobre 2017 





Focaccia, Campo dei fiori


















DOMANI, DOMANI di Francesca Giannone

  Il romanzo si svolge nel Salento durante il biennio compreso tra l’estate del 1958 e quella del 1960. Lorenzo e Agnese gestiscono insiem...